SESSUOLOGIA A 360°

Parliamone senza taboo e in maniera educativa
Parafilie e sindromi ma anche
sessualità ed autoerotismo cosiddetti "sani"
nella coppia e nel singolo

CHE COS'È IL SEXTING CHE DIVAMPA TRA I GIOVANISSIMI?

Il sexting consiste nella pubblicazione o diffusione di contenuti (in genere fotografie o video) di natura sessuale, prodotti dallo stesso protagonista, utilizzando il telefono cellulare.

Un contenuto sessuale, generato volontariamente dal suo autore, passa nelle mani di un’altra persona. Da qui può avviarsi in un processo di spedizione di massa moltiplicando la diffusione di quelle fotografie.

Generalmente, i contenuti sono creati dai protagonisti in modo volontario. Non è necessaria la coercizione o in molti casi la richiesta, in quanto sono contenuti che qualcuno di solito crea come un gioco per il proprio ragazzo o come strumento di flirt.

Per l’esistenza e la diffusione del sexting, è necessario utilizzare dispositivi tecnologici, che facilitano l’invio ad altre persone, rendono anche incontrollabili l’uso e la ritrasmissione da quel momento.

Di particolare importanza sono i telefoni cellulari, che consentono ai ragazzi di registrare i contenuti in qualunque luogo. Il protagonista delle immagini condivide una situazione erotica o sessuale.

Sarebbero fuori dall’ambito del sexting le fotografie che sono semplicemente audaci o suggestive, ma non hanno contenuto sessuale esplicito.

Tuttavia, è vero che la linea che separa il carico erotico o sessuale da un contenuto può talvolta essere soffusa. Molti giovani credono che il sexting sia una pratica del tutto innocua. Non sono consapevoli dei seri problemi che questo fenomeno può provocare. Vediamo insieme alcuni dei rischi del Sexting.

Sembra chiaro che i ragazzi non percepiscano le minacce alla privacy e non siamo coscienti delle conseguenze che tali azioni potrebbero avere, dal punto di vista della sicurezza.

Rischi psicologici: i rischi iniziano con la diffusione delle fotografie o video tra persone che non erano i destinatari iniziali. Dato che è il contenuto è intimo, la sua diffusione implica una perdita di privacy, motivo per cui provoca molta preoccupazione per la reputazione della vittima, deteriorando la propria immagine pubblica. La sensazione di umiliazione e tradimento possono portare a importanti conseguenze sul piano psicologico come ansia, depressione, ritiro e isolamento odiale.

Sexestorsion: il contenuto può anche essere utilizzato come strumento per il ricatto, qualsiasi ricompensa può venire richiesta in cambio di non trasmissione. Se il contenuto di un minore che effettua sexting, arriva nelle mani di un adulto che decide di usarlo minacciando la pubblicazione, può richiedere al bambino/ragazzo che sia inviato più contenuto, o persino un contatto sessuale diretto.

Grooming: Il grooming è definito come un insieme di strategie che un adulto mette in atto per ottenere la fiducia del ragazzo attraverso Internet con l’obiettivo di ottenere concessioni di natura sessuale.

Rischi fisici: questi contenuti possono essere usati per aggressori per selezionare le loro vittime. A volte i contenuti mostrano elementi che aiutano a determinare facilmente la posizione (centro dove studiano, domicilio, geolocatizzazione, ecc.).

I genitori dovrebbero parlare di sexting con i loro figli: così come parlate ai figli riguardo ai pericoli che possono esserci nella vita reale (non parlare con gli sconosciuti, non accettare nulla dalle persone che non conosci) potreste parlare con loro circa i buoni utilizzi della tecnologia.

Cosa potrebbe succedere se inviassi una foto intima a qualcuno che si suppone fosse degno di fiducia?

Potresti immaginare se quella foto fosse vista da tutti i ragazzi della tua scuola?

Tutti dobbiamo essere consapevoli dei rischi su Internet.

SESSO Sì, CONSENSUALE E SICURO!

L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE SESSUALE

Educare alla sessualità significa accompagnare una persona lungo il cammino della vita alla ricerca di una direzione, di un’identità, di un ruolo sociale, di un progetto condiviso, costruire e far proprio un concetto di salute come valore assoluto cui far riferimento nelle scelte di vita. Implica un’attenzione per lo sviluppo personale e sociale degli individui e per la promozione della loro autostima, del loro sentirsi bene nella propria pelle.

Una vera educazione sessuale, infatti, consiste nell’aiutare l’altro a raggiungere la propria maturità affettiva, porta una persona a crescere diventando più attenta alle esigenze proprie e altrui, si occupa delle emozioni, delle fantasie, dell’immaginario ad esse connesso, dei vissuti affettivi e relazionali legati al rapporto con altri significativi.

Gli Standard per l’Educazione Sessuale in Europa stilati dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute (BZgA) ne identificano 4 principali motivazioni:

la sessualità è una componente centrale dell’essere umano;

l’educazione sessuale informale è inadeguata per la società moderna;

i giovani sono esposti a informazioni da molteplici fonti, alcune delle quali non corrette;

l’esigenza di promuovere la salute sessuale è fondamentale.

Riassumendo, l’educazione sessuale:

non è unicamente prevenzione dei rischi

non è solo acquisizione di norme di comportamento

fa parte dell’educazione in generale e con essa si interseca.

Numerose ricerche hanno dimostrato che essere educati alla sessualità è fondamentale per lo sviluppo di un’intelligenza sessuale-emozionale e per la capacità di vivere relazioni intime e sane da adulti. Inoltre, spesso non si considera che il silenzio dei genitori, viene presto riempito con i dieci, cento, mille messaggi che arrivano dal mondo esterno, i quali, tuttavia, possono facilmente contenere informazioni sbagliate o inadeguate (soprattutto nell’era di Internet).

L’educazione alla sessualità e all’affettività rappresenta, infatti, anche un fattore protettivo per comportamenti, situazioni o fenomeni a rischio o patologici. Tra questi vi sono ad esempio: il bullismo, il cyberbullismo, l’omofobia e il sexting (la pratica di chi condivide proprie foto a carattere sessuale sui social network o nelle chat).

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FANTASIE SESSUALI DI COPPIA CHE ACCENDONO LA PASSIONE

Le fantasie sessuali sono pensieri eccitanti che danno un incremento all’erotismo di coppia (e non solo: rendono unica soprattutto la masturbazione). Possono essere desideri consci o inconsci, ma in ogni caso sono frutto della nostra immaginazione e sono la dimostrazione che godiamo di una perfetta salute mentale. 

Secondo gli psicologi, nella maggior parte dei casi i pensieri erotici prendono vita da un desiderio inconscio che abbiamo rimosso, si fanno sentire soprattutto durante l’adolescenza e sono una vera e propria valvola di sfogo che ci aiuta non solo a evadere dalla noia di tutti i giorni, ma anche dalle pressioni morali e sociali legate al sesso.

Le fantasie erotiche aiutano ad abbandonare la banalità e ci spingono a sperimentare sensazioni, posizioni, esperienze ed emozioni sempre nuove.

Le statistiche dimostrano che Il 90% degli uomini e l’80% delle donne si lasciano andare alle fantasie a letto. 

Le fantasie femminili e quelle maschili hanno qualche piccola differenza di base, come spiegano gli esperti (ne parlerò in articoli separati e distinti).

Tutte le coppie hanno bisogno di un po’ di fantasia nel sesso per mantenere viva la passione senza lasciarsi prendere dall’abitudine. Quali sono le fantasie di coppia più gettonate?

Secondo un’indagine condotta dall’Huffington Post Usa e confermata dalla testimonianza di terapisti sessuali, esperti e psicologi, quelle più diffuse sono:

Il rapporto a tre: un vero e proprio sovraccarico sensuale sia per l’uomo che per la donna, è diverso dallo scambismo. In questo caso entra in gioco una terza persona, uomo o donna, che cambia gli equilibri del sesso. Non importa che si avveri: basta immaginarlo per dare una "scossa" all’intimità.

Dominazione e sottomissione: potere e sensazione di controllo si scontrano con il desiderio di sottomissione. Un partner guida e decide, l’altro soddisfa le sue richieste.

Immaginare il partner che fa sesso con un altro: sfidare il proibito e andare oltre gli schemi. Non si tratta di un rapporto a tre perché in questo caso si osserva e basta e il motivo è molto chiaro secondo gli psicologi: guardare un altro che tocca il corpo del partner ci fa desiderare ancora di più la persona amata e ci riporta ai primi giorni in cui l’abbiamo desiderato.

I genitali completamente depilati eccitano e permettono di sentire sensazioni più intense sia durante la penetrazione che il sesso orale. Giochi erotici femminili (e non solo): l’idea migliore per mettere un po’ di pepe nel sesso di coppia è quella di usare qualche oggetto. Un vibratore, manette, massaggiatori clitoridei, il limite è la fantasia!

Farlo davanti allo specchio è la soluzione definitiva per risvegliare la libido, parola di esperti.

Un po’ di bondage.

Riprendersi durante il sesso. Non importa se rivedrete il video, ma l’idea di girarlo accende l'erotismo.

I giochi di ruolo sono il miglior modo per lasciare che le fantasie sessuali prendano vita. Paziente e dottore, capo e segretaria, guardia e ladro: scatenarsi con l’immaginazione aiuta a superare i limiti morali e a chiedere ciò che desideriamo davvero.

Il brivido dell'essere "beccati": farlo all’aria aperta, in macchina e in una situazione a rischio di possibilità di essere "beccati" fa decollare la libido.

Guardare insieme un film hard (vi sono dei bellissimo soft porno molto più attenti alla libido femminile), lasciare che ecciti entrambi e dia l’ispirazione per qualche nuova pratica è il top tra le fantasie sessuali di coppia.

Ad ogni coppia la propria fantasia. Buon divertimento!

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I METODI CONTRACCETTIVI

Per contraccezione si intende il complesso dei mezzi utilizzati per impedire il verificarsi di una gravidanza. In generale, a prescindere dall’età, la pianificazione della gravidanza permette di ridurre l’esposizione a fattori di rischio e di adottare interventi protettivi per la salute, come l’assunzione di acido folico già nel periodo preconcezionale. La contraccezione, inoltre, protegge dalle gravidanze indesiderate e, alcuni metodi, anche dalle infezioni a trasmissione sessuale. Scopo della contraccezione è quello di controllare, in modo temporaneo e reversibile il processo della riproduzione.

Metodi contraccettivi

Esistono diversi metodi contraccettivi, da usare in determinati momenti del rapporto sessuale:

Prima del rapporto sessuale - contraccettivi ormonali (pillola estroprogestinica, pillola con solo progestinico, anello contraccettivo estroprogestinico, cerotto transdermico estroprogestinico, impianto sottocutaneo a rilascio di progestinico) e dispositivi intrauterini IUD (Intra Uterine Device) comunemente conosciuti col nome di spirale.

Durante il rapporto sessuale - preservativo o condom, diaframma, metodi chimici, spermicidi (in capsule, ovuli, gelatine, creme); esistono anche metodi naturali (Ogino-Knaus, temperatura basale, Billings, coitus interruptus) che con l’individuazione del periodo fertile nel ciclo mestruale indicano il periodo di astinenza dai rapporti sessuali.

Dopo il rapporto sessuale - è possibile far ricorso alla contraccezione di emergenza, che rappresenta una misura occasionale “di emergenza” appunto, e non sostituisce un regolare metodo contraccettivo. I metodi chirurgici (sterilizzazione tubarica per la donna e vasectomia per l’uomo) non possono essere considerati metodi contraccettivi perché, ad oggi, la loro reversibilità non è garantita.

Metodi usati prima del rapporto sessuale

I contraccettivi ormonali agiscono impedendo l’ovulazione (l’unione dello spermatozoo con l’ovulo). Offrono, inoltre, effetti benefici extracontraccettivi, tra cui la riduzione del rischio dei tumori dell’ovaio e dell’endometrio. Contengono estrogeni e/o progestinici.

I dispositivi intrauterini impediscono che gli spermatozoi possano risalire lungo il canale cervicale dell’utero e che possano raggiungere l’ovocita. Sono disponibili due tipologie di IUD: lo IUD ormonale (contenente levonorgestrel, un progestinico) e lo IUD al rame (IUD- Cu). I contraccettivi ormonali e i dispositivi intrauterini non proteggono dalle infezioni sessualmente trasmesse.

Metodi usati durante il rapporto sessuale

Il condom (detto anche preservativo o profilattico) e il diaframma (detto anche preservativo femminile) sono definiti metodi di barriera.

Mentre il condom protegge dalle infezioni sessualmente trasmesse e in modo moderatamente efficace dalle gravidanze indesiderate (OMS, 2018), il diaframma non assicura la medesima garanzia di protezione dalle gravidanze né dalle infezioni a trasmissione sessuale. L’efficacia dei metodi di barriera è legata essenzialmente alla corretta modalità del loro utilizzo.

Gli altri metodi contraccettivi (capsule, ovuli, creme spermicide) non garantiscono, se usati da soli, un’alta protezione da gravidanze indesiderate né da infezioni sessuali; la loro efficacia nella protezione da gravidanze indesiderate aumenta se vengono utilizzati insieme ad altri metodi contraccettivi.

Per quanto riguarda i metodi naturali:

Il metodo Ogino-Knaus si basa sul calcolo teorico dei giorni potenzialmente fecondi per la donna. La sua efficacia dipende soprattutto dalla regolarità del ciclo mestruale e dalla correttezza del calcolo dei giorni fecondi.

Il metodo Billing si basa sull'osservazione e valutazione dell'aspetto del muco cervicale. Anche in questo caso non si tratta di un metodo infallibile perché numerosissimi fattori (infezioni vaginali, alterazioni mestruali, uso di lavande vaginali, stress etc.) possono interferire con la valutazione del muco. Il coitus interruptus consiste nell'immediata e tempestiva interruzione del rapporto sessuale qualche istante prima dell'eiaculazione. Il metodo ha un alto tasso di insuccessi.

Ogni metodo contraccettivo presenta caratteristiche proprie, che possono essere adatte e accettate da una donna ma non da un’altra. Conoscere i vari metodi contraccettivi è solo il primo passo. Per avere indicazioni corrette sul metodo contraccettivo da adottare è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia/ginecologo o recarsi presso un consultorio familiare.

Metodi usati dopo il rapporto sessuale

Dopo un rapporto sessuale non protetto o non protetto adeguatamente, è possibile ricorrere alla contraccezione di emergenza, un intervento che ha lo scopo di evitare una gravidanza indesiderata, se usato tempestivamente.

La contraccezione di emergenza può essere di due tipi: Farmacologica (preparati ormonali)

Non farmacologica (dispositivo intrauterino - IUD-Cu)

Contraccezione di emergenza farmacologica

La contraccezione d’emergenza farmacologica è impropriamente detta “pillola del giorno dopo” o “pillola dei cinque giorni dopo”. Si tratta di una compressa, a contenuto ormonale, da assumere il prima possibile dopo un rapporto a rischio di gravidanza indesiderata. Non protegge dalla gravidanza, qualora si verifichino altri rapporti a rischio durante lo stesso ciclo, e non protegge dalle infezioni sessualmente trasmesse. I metodi disponibili in Italia sono: preparati orali progestinici contenenti levonorgestrel: le confezioni in vendita contengono 1 compressa da 1,5 mg da assumere in un'unica somministrazione preparati orali contenenti ulipristal acetato: le confezioni contengono 1 compressa da 30 mg da assumere in un'unica somministrazione

Da sapere

L’efficacia è massima (95%) se i preparati orali vengono assunti nelle prime 24 ore, nelle quali l’efficacia dell’ulipristal acetato è tre volte superiore a quella del levonorgestrel. I preparati orali progestinici contenenti levonorgestrel devono essere assunti entro 72 ore dal rapporto non protetto. I preparati contenenti ulipristal acetato devono essere assunti entro 5 giorni (120 ore) dal rapporto non protetto. Se il rapporto ha avuto luogo nelle ore o nei giorni che precedono l’ovulazione, il levonorgestrel e l’ulipristal acetato impediscono la fecondazione Se il rapporto ha avuto luogo quando il processo che conduce all’ovulazione è già iniziato, il levonorgestrel non ha effetto, mentre l’ulipristal acetato è in grado di posticipare l’ovulazione di alcuni giorni. Se il processo di impianto è già iniziato (anche se da poco tempo) il farmaco non è efficace. È necessario utilizzare un altro metodo contraccettivo di supporto (ad esempio il preservativo) fino alla comparsa delle mestruazioni e poi tornare ad usare quello consueto. Modalità di prescrizione I preparati progestinici contenenti il principio attivo levonorgestrel non sono soggetti a prescrizione medica (SOP - senza obbligo di prescrizione) per le persone di età pari o superiore a 18 anni, mentre per le minori di 18 anni è obbligatoria la prescrizione medica, da rinnovare di volta in volta (RNR - ricetta non ripetibile) - Determina AIFA 8 ottobre 2020 Norlevo

I preparati contenenti il principio attivo ulipristal non sono soggetti a prescrizione medica, né per le maggiorenni né per le minorenni (SOP - senza obbligo di prescrizione, ma non da banco) - Determina AIFA 8 ottobre 2020 Ellaone

Effetti collaterali e controindicazioni

Si possono riscontrare raramente cefalea, astenia e dolori pelvici I preparati ormonali in generale sono considerati privi di gravi controindicazioni, poiché il tempo di assunzione è molto breve.

Contraccezione di emergenza non farmacologica

La contraccezione di emergenza non farmacologica si basa sull’uso dello IUD al rame (IUD-Cu, detto anche spirale al rame). Questo IUD non contiene ormoni e può essere utilizzato anche come metodo contraccettivo a lunga durata d’azione. Si tratta dello stesso dispositivo, che assume la connotazione di "contraccettivo di emergenza" quando viene applicato in utero, il più presto possibile, dopo un rapporto sessuale non protetto. Entro 48 ore dal rapporto può evitare l’insorgenza del 99% delle gravidanze. Lo IUD al rame agisce riducendo il numero e la motilità degli spermatozoi e impedisce l’impianto dell’ovulo, nel caso venga fecondato, in quanto modifica il rivestimento interno dell’utero (endometrio), rendendolo inadatto alle gravidanze.

Da sapere

Lo IUD va inserito all'interno dell'utero dal ginecologo. È importante, infatti, che la donna non cerchi di inserirlo o rimuoverlo da sola, sia nel caso lo si usi come contraccettivo a lungo termine sia come contraccettivo di emergenza. In genere lo IUD è sconsigliato alle donne giovani, che non hanno ancora avuto gravidanze, sia perché l'inserimento è più doloroso sia perché sono più frequenti crampi o dolori e, soprattutto, perché un'infiammazione/infezione pelvica potrebbe compromettere gravemente la fertilità della donna. Se si manifestano dolori al ventre, perdite maleodoranti, febbre è necessario consultare il medico/ginecologo. In qualche caso lo IUD può essere espulso spontaneamente. Sono raccomandati controlli periodici dal medico/ginecologo

Controindicazioni

Infezioni degli organi genitali o forti infiammazioni del collo dell'utero. Mestruazioni particolarmente abbondanti e/o dolorose.

Malformazioni dell'apparato genitale.

Tumori degli organi genitali.

SESSO Sì, PROTETTO E CONSENSUALE!

IL VAGINISMO

Il vaginismo è una reazione condizionata che probabilmente risulta dall’associazione di dolore e paura ai tentativi di penetrazione vaginale o anche alla sola fantasia di penetrazione.

Lo stimolo negativo originario può essere stato dolore fisico o angoscia psicologica. La condizione dolorosa può in certi casi essere ancora attuale, ma in altri casi essa non è riscontrabile. Anatomicamente i genitali della donna vaginismica sono normali. Tuttavia, in caso di vaginismo, quando si tenta la penetrazione, l’accesso vaginale si serra talmente che l’atto sessuale è impossibile e persino gli esami vaginali devono essere spesso effettuati sotto anestesia. Questa condizione è dovuta ad uno spasmo involontario dei muscoli che circondano l’accesso vaginale, che si verifica ogni volta che si cerca di introdurre un oggetto nella vagina. In alcune donne, perfino l’idea di introdurre qualcosa in vagina può causare spasmo muscolare. Nel vaginismo, la contrazione può variare da una forma lieve, che induce una certa tensione e disagio, fino a forme gravi, che impediscono la penetrazione. Oltre allo spasmo primario dell’accesso vaginale, le pazienti affette da vaginismo manifestano solitamente anche fobia del coito e della penetrazione vaginale. Questa riluttanza fobica rende i tentativi di coito frustranti e dolorosi. Spesso la fobia della penetrazione è una reazione secondaria al vaginismo primario, ma talvolta può precederlo ed essere una reazione primaria. Una donna può soffrire di vaginismo permanente se tale disfunzione è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale; se viceversa il disturbo si è sviluppato dopo un periodo di funzionamento normale, il vaginismo è acquisito. Inoltre, tale disfunzione può essere situazionale (se si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner) o generalizzata (se si verifica sempre indipendentemente dalla situazione, dal tipo di stimolazione e dal partner). Molte donne che soffrono di vaginismo sono sessualmente reattive e possono raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride, possono ricavare piacere dai giochi erotici e cercare il contatto sessuale finché tutto ciò non porti al coito. Tale condizione può avere un effetto psicologico disastroso non solo sulla donna ma anche sul partner. Gli sforzi di penetrazione del partner, oltre a creare alla donna un forte dolore fisico, la possono far sentire spaventata, umiliata e frustrata da questi tentativi. Inoltre, i ricorrenti insuccessi danno origine a un senso di inadeguatezza conseguente al vaginismo stesso. Per evitare il confronto con queste esperienze dolorose, la coppia finisce spesso evitando qualunque incontro sessuale. Una qualunque patologia degli organi pelvici che renda contemporaneamente dolorosi la penetrazione o l’atto sessuale, o che abbia in passato causato dolore, può predisporre il campo allo sviluppo della reazione vaginismica. Tra i fattori fisici più comunemente citati come causa di vaginismo troviamo l’eccessiva rigidezza dell’imene, resti imenali dolorosi, endometriosi, malattie infiammatorie delle pelvi, atrofia senile della vagina, tumori pelvici, ecc. Ovviamente, se la patologia locale è ancora causa di dolore durante il rapporto sessuale, è necessario cominciare col guarire o migliorare lo stato morboso della paziente se si vuole un buon esito della terapia del vaginismo. Molto più spesso il vaginismo è dovuto ad una varietà di fattori psicologici e sociali, quali un’educazione rigidamente religiosa, l’impotenza del partner, le conseguenze psicologiche di un abuso. In generale, qualunque stimolo negativo associato all’atto sessuale o alla penetrazione vaginale che possa essere responsabile dell’acquisizione di questa reazione, a prescindere dal fatto che la contingenza negativa sia reale o immaginaria, e a prescindere dal fatto che la paziente ne sia o meno consapevole. I fattori, quindi, possono essere svariati ma la causa immediata è specifica: il vaginismo si verifica quando una contingenza negativa viene associata all’atto della penetrazione vaginale o anche soltanto alla sua immagine mentale. Il trattamento del vaginismo ha come scopo primario la modificazione della causa immediata del disturbo: la reazione condizionata. Il trattamento consiste nel progressivo decondizionamento dello spasmo involontario dei muscoli dell’entrata vaginale. Tuttavia, prima che questo traguardo possa essere raggiunto, deve essere rimossa la riluttanza fobica alla penetrazione vaginale, attraverso procedure psicoterapeutiche.

In particolare, la procedura di estinzione della risposta condizionata di spasmo può prevedere, seconda la metodologia classica, l’uso di dilatatori di dimensioni crescenti, che vengono inseriti in vagina gradualmente, sotto il controllo della paziente, del ginecologo, dalla donna stessa o del partner.

SESSO SÌ, SOLO SICURO E CONSENSUALE!

NINFOMANIA E SATIRASI: PARLIAMO DI DISTURBI SESSUALI DELLA SFERA PSICOLOGICO-COMPORTAMENTALE

Ott 27, 2021

Ninfomania e satiriasi: l’ipersessualità o dipendenza sessuale (sex addiction) è un disturbo psicologico-comportamentale nel quale la persona che ne è affetta ha l’ossessione patologica di avere rapporti sessuali o comunque di pensare al sesso, sviluppando, quindi, una dipendenza dal sesso identica a quella che si può avere per un qualsiasi tipo di sostanza stupefacente A volte il godimento è presente, a volte assente, ma non è importante. Il bisogno non è meramente sessuale, molto spesso è una ricerca di comunicazione con gli altri attraverso il proprio corpo, che sostituisce la parola e di questo è prova l’intercambiabilità e la mancanza di specificità dell’oggetto sessuale per cui eterosessualità e omosessualità si alternano e si sovrappongono facilmente. L’ipersessualità e conosciuta come ninfomania per le donne e satiriasi per gli uomini (termine che deriva dalla figura del satiro della mitologia greca).

Non è un disturbo classificato nosograficamente nel D.S.M.5, in quanto non si è raggiunto il consenso unanime rispetto al fatto che la dipendenza sessuale esiste effettivamente come disturbo a sé stante, oppure rappresenti una variante di altri disturbi con una loro espressività psicopatologica in campo sessuale. Gli esperti sono divisi nel considerare l’ipersessualità come: un’effettiva dipendenza, al pari di altre come l’alcolismo e la tossicodipendenza. L’atto, in questo caso quello sessuale, verrebbe utilizzato per gestire lo stress o i disturbi della personalità e dell’umore; una forma di disturbo ossessivo-compulsivo e si riferiscono ad essa come compulsione sessuale; un prodotto di contesti ed influenze culturali e di altro tipo. Sex addiction è, quindi, un quadro diagnostico che presenta una serie di comportamenti, che vanno dalla masturbazione compulsiva, alla promiscuità sessuale, al sesso a pagamento, all’utilizzo esagerato di materiale a contenuto pornografico. Trattasi di una condizione psicopatologica distinta dalle parafilie, caratterizzate da fantasie, impulsi o comportamenti accompagnati da eccitazione sessuale che riguardano oggetti, la sofferenza o l’umiliazione di sé stessi o del partner, bambini o altre persone non consenzienti, anche se le due diverse condizioni possono presentarsi con comorbilità. Come ninfomania e satiriasi alterano la vita di chi ne è affetto.

L’ipersessualità comporta un’attitudine dell’uomo o della donna a essere pronti, in qualsiasi luogo e con qualsiasi persona, a fare sesso oppure a praticare atti di masturbazione (a volte anche compulsiva), esibizionismo e voyeurismo. Tale indole può assumere il carattere di “sconvenienza” nell’ambito sociale, inoltre, per il comune senso del pudore (nonostante oggigiorno vi sia una tendenza alla maggiore apertura nei costumi sociali), è opportuno non dare eccessivo spazio alle manifestazioni sessuali che potrebbero costituirsi come un’infrazione della legge nei casi di atti osceni in luogo pubblico o di molestie sessuali. Per colui che ne soffre, potrebbero prima o poi deteriorarsi i rapporti affettivi e relazionali (anche gradualmente), compromettendo di conseguenza altre attività quotidiane e sociali dell’individuo. Il soggetto affetto da dipendenza sessuale può avere livelli più alti, rispetto alla media della popolazione, di disturbi della personalità e dell’umore quali ansia, depressione, aggressività, ossessività e compulsività. Il Sex addicted, invece, è egosintonico per quanto concerne le fantasie, vissute come piacevoli ed eccitanti, ma per lo più egodistonico quando vive una sessualità compulsiva e tormentata, esattamente come avviene del disturbo ossessivo-compulsivo. Comunque, il ricorso al sesso per placare l’ansia, sesso vissuto in modo “drogastico”, crea disagio soprattutto nel/ nella partner, che, spesso, chiede aiuto al clinico per situazioni che possono diventare insostenibili. Le fantasie provate da un sex addicted spesso fungono da stimolo per mettere in atto certi comportamenti, diversamente da un ossessivo che non mette in atto i comportamenti “suggeriti” dalle sue ossessioni, ma agisce i comportamenti compulsivi proprio nel tentativo di “annullare” i contenuti ansiogeni delle proprie ossessioni (Schwartz et al. 2003). La teoria che correla la Sex addiction alle Dipendenze da Sostanze, come elaborò James Orford nel 1978, effettua un parallelismo tra i comportamenti messi in atto da un Sex addicted e un Dipendente da sostanze. In entrambi sono presenti la tolleranza e quindi il ricorso ad uno stimolo maggiore per potersi procurare un piacere di intensità paragonabile. Anche nella Sex addiction vi è sempre un maggior impiego di tempo per poter mettere in atto determinati comportamenti, a scapito di altre attività di vita quali il lavoro, la vita sociale, le amicizie, etc. e l’attenzione è focalizzata sul comportamento sessuale, come per il tossicodipendente l’attenzione è focalizzata sulla sostanza che origina dipendenza, con dei veri e propri segnali di astinenza, ansia, umore depresso, irritabilità. Alcuni studi, come quello di Raymond del 2003 e quello di Black del 1997, hanno messo in evidenza, il primo, che il 71% dei soggetti studiati presentava un Disturbo da Dipendenza da Sostanze in comorbilità con la Sex addiction, il secondo che il 64% di soggetti Sex Addicted presentava in comorbilità un Disturbo da Dipendenza da Sostanze.

Tra le conseguenze indotte dalla dipendenza sessuale possono manifestarsi: Stress fisico

Deterioramento delle relazioni sociali

Diminuzione della memoria a breve termine e di sintesi

Opacità cognitiva e diminuzione delle abilità cognitive: intuito, astrazione, sintesi, creatività, concentrazione

Diminuzione del rendimento fisico, stanchezza cronica

Alterazione del sonno

Aumento dell’ansia, senso di frustrazione, apatia

Disorientamento progettuale: incapacità di operare scelte importanti o di cambiamento

Svalutazione di sé, tristezza, malinconia e depressione, irrequietezza, isolamento sociale

Saturazione attrattiva e affettiva, difficoltà di innamoramento

Variazione delle consuete relazioni sessuali: il soggetto cerca di ricreare con il proprio partner uno schema “osceno”.

La dipendenza patologica è in taluni casi progressiva, aumentando di intensità col presentarsi concomitante di una forma di saturazione sessuale. Per poter soddisfare la propria pulsione può verificarsi nella persona affetta, la ricerca sempre più intensa di rapporti sessuali tendenti all’osceno o al perverso. Tali aspetti dovrebbero essere contestualizzati in un ambito di disagio psicologico-psichiatrico. D’altra parte, ancora oggi, l’interesse della psichiatria verso la sessualità e i problemi sessuali dei pazienti affetti da disturbi mentali è quasi assente. La causa, secondo alcuni clinici, può essere dovuta a traumi o disturbi di tipo psichico ma, più in generale, è sconosciuta come del resto lo è l’eziologia di molti altri comportamenti sessuali che differiscono dalla norma.

Il disturbo, investendo naturalmente il campo psicologico, viene di norma affrontato con psicoterapia individuale o di gruppo, all’interno della quale viene applicato un metodo leggermente diverso da quello usato nell’astinenza (utilizzato ad es. nelle dipendenze da alcol e droghe), un procedimento che si prefigge l’obiettivo di spingere il soggetto a superare l’ossessiva percezione del bisogno e ritornare ad avere un sano rapporto con la sessualità. Nei casi più ostinati, accanto alla psicoterapia, possono essere impiegati farmaci di tipo ansiolitico e terapie farmacologiche in grado di attenuare la libido. Quando ci si accorge che la sessualità sta diventando un pensiero fisso e incontrollabile, è importante rivolgersi ad uno psichiatra o ad uno psico-sessuologo.

Articolo scritto dalla dottoressa Letizia Ciabattoni

FONTI:

- Manuale di psichiatria e psicologia clinica Condividi, Cinzia Bressi, Giordano Invernizzi, McGraw-Hill Education, 2017

- Parafilie e devianza: Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico, Fabrizio Quattrini, Giunty, 2015

- Le parafilie maggiori. (Sadismo, masochismo, pedofilia, incestofilia, necrofilia, zoofilia) tipica espressione di “atavismo filetico” nella specie umana, Fernando Liggio, Alpes ed., 2013

- Schwartz S.A., Abramowitz J.S., Are non-paraphilic sexual addictions a variant of obsessive-compulsive disorder? A pilot study, in “Cognit Behav Pract”, 2003;

L'ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE

Per ansia da prestazione sessuale intendiamo tutte quelle difficoltà di ordine psicologico che si traducono su un piano puramente fisico al momento dell’atto sessuale e il disturbo dell’erezione nell'uomo,  ne è il sintomo più comune. È chiaro che il disturbo erettile può avere diverse origini: determinato da una condizione medica generale, indotto dall’uso/abuso di sostanze oppure può avere un fondamento psicologico. Una volta accertato il fatto che il disturbo di cui si soffre non ricade nelle prime due casistiche ci si può occupare delle motivazioni psicologiche che scatenano questo tipo di disturbi.

La sessuologa stunitense Helen Kaplan, identifica nell’eziologia dell’impotenza dei fattori specifici che operano nel qui ed ora e fattori più profondi che hanno a che fare con:

Paura dell’insuccesso:  consiste nel timore di non riuscire ad avere un’erezione; può essere dovuta a precedenti esperienze negative (una volta accaduto un episodio simile, questo meccanismo si ripropone nelle esperienze sessuali successive). La persona di sesso maschile sente poca fiducia nella propria sessualità anche se in genere non è compromessa la fiducia in altre sue capacità. Spesso la paura dell’insuccesso è legata ad altri timori, come quello di essere abbandonato (Kaplan, 1974) o ad altre fantasie, come quella di non essere amato dalla partner o di non essere amato a sufficienza. Del resto anche considerare la sessualità come una prestazione che viene giudicata dalla partner scatena delle dinamiche profonde legate alle primitive paure di abbandono.

Richieste di prestazioni sessuali troppo esigenti: possono determinare queste risposte di impotenza che si protraggono nel tempo soprattutto quando si instaura fra i partner un meccanismo relazionale circolare in cui la donna si sente rifiutata dal sintomo del partner e quindi lo colpevolizza ed esibisce un comportamento di richiesta sessuale, che a sua volta inibisce maggiormente la risposta dell’uomo. La maggior parte delle fantasie inibitorie maschili riguardano proprio situazioni di "esame" nelle quali la/il partner è vissuta/o come giudicante.

Mancanza di coinvolgimento o eccessivo coinvolgimento: la mancanza di coinvolgimento può considerarsi una causa di impotenza e consiste nel cercare di avere un comportamento sessuale nelle quali manca un coinvolgimento erotico spontaneo. Al contrario, l’eccessivo coinvolgimento emotivo può provocare, aumentando lo stress, disfunzioni erettili. È il caso di uomini abituati a vivere la sessualità in modo scisso dalla propria vita affettiva per cui il desiderio sessuale e la funzionalità erettiva sono incompatibili con sentimenti di amore e di tenerezza.

Stress: può anche costituire un motivo autonomo di fenomeno di impotenza.

Mancanza di familiarità o eccessiva familiarità: la mancanza di familiarità può costituire, a volte, un potente mezzo di rinforzo per l’impotenza. Succede spesso che fenomeni isolati di disturbo dell’erezione, dovuto ai fattori più svariati, diventino cronici proprio per l’impossibilità ad avere un colloquio sincero fra partner. Anche una situazione opposta a questa può causare difficoltà erettive; è il caso di uomini sposati da tempo che hanno perso interesse per la o il partner e che, quando provano ad avere rapporti sessuali, sperimentano come difficoltà erettili quelle che in realtà sono meglio classificabili come disturbi del desiderio. In realtà tutti i fattori sopra elencati possono ridursi al fatto che l’uomo, una volta in preda ad un dubbio qualsiasi sulle proprie capacità di funzionamento sessuale, può essere sopraffatto dall’ansia circa la possibilità di rapporti futuri, che perciò stesso sono prevedibilmente destinati all’insuccesso.

Non si possono trascurare inoltre anche fattori inconsci più legati a problematiche psicologiche profonde, delle quali l’impotenza costituisce il sintomo più evidente. Così sono identificati, come possibili correlati inconsci dell’impotenza, il senso di colpa, il rifiuto della/del partner o delle donne in genere, la paura di essere rifiutato, la paura di danneggiare sé stessi o il/la partner, ambivalenza nei confronti della sessualità e conflitti edipici non risolti. 

Affrontare tali disturbi con un professionista è fondamentale, evitando così che le motivazioni emotive e/o psicologiche si cancrenizzino ulteriormente.

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SESSUALITÀ DELLA COPPIA IN CRISI

La sessualità è una parte importantissima per la vita di una coppia ed anche ciò che la distingue da altri tipi di relazione (per esempio dalle relazioni di amicizia). Un disturbo a livello sessuale in uno o in entrambi i partner (disfunzione erettile, vaginismo, eiaculazione precoce o ritardata) è un’occasione per comprendere come una coppia si relaziona.

Il sesso non è una parte a se stante del rapporto, anzi va discussa e rimessa in discussione nei modi e nei tempi, nei desideri e in ciò che non piace. Il sesso all'interno della coppia non dovrebbe essere né un diritto nè un dovere, bensì un piacere. Ecco perchè riattivare questa sfera della coppia, in maniera ludica e condivisa è molto importante.

Una crisi di coppia può essere vissuta come un momento di crescita, in cui si aprono nuove possibilità di relazione sia con se stessi che con gli altri oppure come l'inizio della fine della coppia in se. Dipende. Quando una coppia entra in crisi, ciò che va in crisi sono le nostre aspettative, le nostre credenze e convinzioni su come dovrebbe essere un rapporto di coppia, credenze che ci provengono dalla nostra famiglia d’origine. Quando le persone vengono in da me in studio, anche con il desiderio di recuperare il rapporto, spesso sono eccessivamente aggressive ed ipercritiche con i partner che hanno deluso le loro aspettative, aumentando così le probabilità di separazione o di infedeltà.

Certe volte capita che dopo una crisi, ma anche durante la sua elaborazione in terapia, le persone sperimentano una crescita del desiderio sessuale, e aumentano anche il loro potenziale sessuale. Si sentono maggiormente a loro agio con il proprio corpo e possono finalmente aprirsi a se stessi e ai partner. Comunque non sempre la sfera sessuale è intaccata dalla crisi. Alcune coppie, nonostante le serie problematiche di rapporto sperimentano una buona vita sessuale; utilizzano il sesso come analgesico delle loro incomprensioni. Alla lunga questo meccanismo non regge e la coppia dovrà affrontare i problemi irrisolti.

La terapia di coppia è uno spazio in cui i partner possono confrontarsi sulle proprie aspettative, le proprie delusioni, le proprie aspirazioni riguardo se stessi e riguardo il rapporto. 

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SEX EDUCATION: LA SERIE TV DI NETFLIX

La serie, ambientata nel Regno Unito, vede come protagonista Otis Milburn, un comune adolescente britannico, figlio di Jean, una scrittrice nonché terapista sessuale di fama nazionale.

La sua vita è stata sempre invasa dal lavoro della madre, tanto da renderlo un ragazzo particolarmente sensibile ai problemi altrui, specialmente se di natura sessuale. Egli frequenta il liceo Moordale insieme al suo migliore amico Eric.

Un giorno si ritrova a parlare con Adam, un compagno di scuola bullo nonché figlio del preside con problemi eiaculatori il quale, grazie ai consigli di Otis, riesce ad avere un rapporto completo con la sua ragazza, Aimee. In seguito a ciò Maeve, un'amica di Aimee, comprende le abilità terapeutiche di Otis e gli propone di diventare il «terapista sessuale» degli studenti della Moordale, previo pagamento. Così comincia l'avventura da sessuologo di Otis che, insieme con Maeve ed Eric, costituisce il fulcro delle relazioni del Moordale.

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IL SESSO SECONDO L'OMS: DEFINIZIONE DEL 2006

Il sesso si riferisce alle caratteristiche biologiche che definiscono l’essere umano come maschio o femmina. Anche se questi gruppi di caratteristiche biologiche non si escludono a vicenda, in quanto vi sono individui che le possiedono entrambe, in via generale esse tendono a differenziare gli esseri umani in maschi e femmine. In molte lingue il termine sesso è spesso usato per indicare “l’attività sessuale”, ma per scopi tecnici nel contesto della sessualità e delle discussioni sulla salute sessuale, la definizione di cui sopra è preferita. Salute sessuale Secondo la definizione corrente, la salute sessuale è: “… Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per la salute sessuale, da raggiungere o mantenere, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e messi in atto “.

DEFINIZIONE dell’organizzazione mondiale della sanità: L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese), è l’agenzia speciale dell’ONU per la salute. Essa è stata fondata il 22 luglio 1946 ed è entrata in vigore il 7 aprile 1948. La sua sede è a Ginevra. L’obiettivo dell’OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento, per tutte le popolazioni del mondo, del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come “condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità è impegnata nel campo della salute sessuale almeno dal 1974, quando un comitato di esperti pubblicò una prima relazione tecnica dal titolo “L’educazione e il trattamento nella sessualità umana” (OMS, 1975). Nel 2000, la Pan American Health Organization (OPS) e l’OMS hanno convocato degli esperti allo scopo di rivedere la terminologia e identificare le linee guida del programma. Nel corso di questi incontri, sono state sviluppate le definizioni ufficiali dei principali termini utilizzati. In una successiva riunione, organizzata da OPS e dall’Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS), sono stati affrontati una serie di problemi che riguardano la salute sessuale, con rispetto all’integrità del corpo, la sicurezza sessuale, l’erotismo, il sesso, l’orientamento sessuale, l’attaccamento emotivo e la riproduzione.

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Erotomania o sindrome dell’amore non corrisposto: sintomi, cause e cura

di Letizia Ciabattoni per Emergency Live

Erotomania o sindrome dell’amore non corrisposto (sindrome di Clérambault) ha bisogno di essere curata da uno specialista Il termine “erotomania” deriva dal greco e significa letteralmente “amore insano”

Ad essere più precisi, la Sindrome di Clérambault fa riferimento alla forma più comune di erotomania, ossia quella in cui ci si innamora di una persona difficilmente raggiungibile perché famosa. Questa sindrome prende infatti il nome dallo psichiatra francese Gaëtan Gatian de Clérambault, vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento. Nel 1921 pubblicò un trattato sull’argomento dal titolo “Les psychoses passionelles”. Solitamente è difficilissimo per chi è malato riuscire ad accettarlo perché significherebbe realizzare il rifiuto, ed è proprio lì la chiave del problema. Clérambault riportò il caso di una donna francese di 53 anni convinta che Re Giorgio IV d’Inghilterra la amasse e comunicasse con lei attraverso spostamenti delle tende di Buckingham Palace.

Spesso la persona amata è una persona di rango sociale superiore (un re, addirittura), o di grande ricchezza intellettuale (un medico o un professore), o “irraggiungibile”, come una persona famosa. L’erotomania, secondo il DSM 5, è considerato un disturbo delirante E’ caratterizzata dalla presenza di un sistema delirante non bizzarro, che deve durare per almeno 1 mese, e nel quale sono presenti allucinazioni (soprattutto tattili ed olfattive se connesse al tema delirante).

La Sindrome di Clérambault è un disturbo psichiatrico da non sottovalutare, nonostante parta da una situazione che tutti noi, prima o poi, ci siamo trovati a vivere, ossia quella di un amore non corrisposto. Se però, dopo averci sofferto quanto basta, di solito ci si limita a metabolizzare il rifiuto e andare avanti con la propria vita, chi invece soffre di erotomania non è in grado di farlo: si convince anzi, in maniera del tutto infondata, che l’oggetto del suo desiderio corrisponda i suoi sentimenti. Per inciso quando parliamo di erotomania non ci riferiamo a chi soffre di una forma di fissazione per l’amore e il sesso, in tal caso parliamo eventualmente di ninfomania per le donne e satiriasi per gli uomini. Non riuscire ad accettare razionalmente il rifiuto di chi si è innamorati mettendo in atto un’opera di auto-convincimento volta a illudersi che l’altro ricambi i suoi sentimenti è una forma di auto-convinzione che può portare la persona affetta da erotomania addirittura a credere di avere una relazione con quella persona, di vivere una storia d’amore vera e propria.

Chi è affetto dalla Sindrome di Clérambault attraversa una prima fase, detta “della speranza”, in cui non fa altro che attendere che la persona amata gli dichiari il suo amore. Si tratta di una fase lunga, e spesso il paziente vi rimane imprigionato senza mai passare alla fase successiva, quella “della delusione”. Questa fase segue la realizzazione di un riscontro negativo da parte dell’amato e può portare a depressione, aggressività, tentativi di suicidio o, se si è fortunati, rimozione. Infine, c’è la “fase del rancore”, in cui i pazienti più gravi potrebbero arrivare addirittura ad aggredire fisicamente l’oggetto del loro amore (Manuale di psichiatria e psicologia clinica Condividi, Cinzia Bressi, Giordano Invernizzi, McGraw-Hill Education, 2017).

​Cause e sintomi dell’erotomania:

Non è facile riconoscere un erotomane di primo acchito: i sintomi che lo caratterizzano sono simili a quelli di altri disturbi mentali e vanno dall’irascibilità all’aggressività, al nervosismo fino a un atteggiamento di distacco dalla realtà. Spesso i loro discorsi sono confusi e dimostrano scarso equilibrio e coerenza, uniti a uno spiccato egocentrismo. Le cause più frequenti possono essere ricondotte a traumi di natura psicologia legati a situazioni di rifiuto, spesso avvenute durante l’infanzia. Sono soprattutto le donne a esserne colpite, ma anche gli uomini non ne sono esenti. Chi soffre di questa sindrome cerca in ogni modo di entrare in contatto con l’oggetto del suo desiderio, spesso in forme piuttosto ossessive che diventano un vero e proprio stalking. Ne deriva una forma di paranoia in cui la realtà appare deformata perché tutto gravita attorno alla persona amata e all’attesa o scoperta di un segnale da parte sua.

L’amato, dal canto suo, non fa niente per incoraggiare l’erotomane, anzi cerca di chiarire l’equivoco se può, purtroppo senza esito positivo in quanto le sue parole vengono interpretate come conferma del reciproco interesse. A volte l’erotomane può comportarsi come se avesse una regolare relazione: inviando fiori e cioccolatini, facendo telefonate. A volte manifestando allucinazioni e gelosie su dettagli specifici legati alla loro cotta. Si può arrivare quindi a forme di molestia verbale, fisica o psicologica, fino a frequenti minacce di suicidio (Parafilie e devianza: Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico, Fabrizio Quattrini, Giunti, 2015).

Cura per l’erotomania:

La prima difficoltà sarà quella di accettare di essere affetto da un disturbo psichico. Accettare il disturbo equivarrebbe a realizzare il rifiuto, ed è proprio qui che sta il problema. Rendersi conto di non essere ricambiati può portare a notevole sofferenza, ma la maggior parte delle persone, con un’adeguata dose di tempo, metabolizza il rifiuto e va avanti con la sua vita.

L’erotomane non è in grado di metabolizzare il rifiuto: si convince, invece, che l’amato corrisponda i suoi sentimenti. L’erotomania può essere anche un comportamento difensivo contro la depressione e la solitudine, portando chi ne soffre ad inventare un mondo totalmente intrapsichico e può essere connessa ad altre patologie mentali, come la schizofrenia. Sarà necessario iniziare una terapia per comprendere quale può essere stata la causa scatenante, ed eventualmente associare alla terapia dei farmaci, qualora necessari. È richiesto l’aiuto della famiglia, importante per aiutare l’erotomane a diventare consapevole del proprio disturbo e, successivamente, uscirne.

Fonti:

- Manuale di psichiatria e psicologia clinica Condividi, Cinzia Bressi, Giordano Invernizzi, McGraw-Hill Education, 2017

- Parafilie e devianza: Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico, Fabrizio Quattrini, Giunty, 2015

- Le parafilie maggiori. (Sadismo, masochismo, pedofilia, incestofilia, necrofilia, zoofilia) tipica espressione di “atavismo filetico” nella specie umana, Fernando Liggio, Alpes ed., 2013

PLATEAU: UNA DELLE FASI DI RISPOSTA SESSUALE

Tutti i mutamenti che avvengono per preparare l'individuo al coito non riguardano solo l'area genitale, infatti, si verificano anche dei cambiamenti a livello neurologico, vascolare e muscolare, che influenzano il funzionamento dell'intero organismo. Nel corso degli anni, il ciclo della risposta sessuale è stato concettualizzato in modi diversi. I primi studiosi che hanno portato avanti uno studio sistematico sulla fisiologia della risposta sessuale sono stati Williams H. Masters (ginecologo) e Virginia E. Johnson (psicoterapeuta) nella Washington University School of Medicine già dal 1954. I due studiosi schematizzarono il ciclo di risposta sessuale in quattro fasi successive, che però appartengono ad un unico momento indivisibile: eccitamento, plateau, orgasmo, risoluzione.

Nello specifico, la fase di plateau è uno stadio in cui si innalza notevolmente il livello di eccitamento, innalzamento che si verifica poco prima dell'orgasmo, attraverso cui, l'eccitamento raggiunge il suo culmine. Durante il plateau, le reazioni che si sviluppano nell'uomo sono: il pene si dilata per l'afflusso di sangue fino ai suoi massimi livelli assumendo un colore rosso più scuro I testicoli si innalzano e aderiscono al perineo.

Le reazioni che si sviluppano nella donna sono: la terza parte più esterna della parete vaginale si ingrossa L'utero si ingrossa Il corpo del clitoride si rimpiccolisce e il glande si alza.

Con gli studi della psicoterapeuta Helen Singer Kaplan (1979), si sviluppa una nuova e alternativa visione del ciclo di risposta sessuale, che non sarebbe più visto come un'unica fase "suddivisa" in quattro momenti, ma come l'insieme di vere e proprie fasi distinte tra di loro e che quindi possono essere "lese" separatamente.

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IL DESIDERIO SESSUALE PRECEDE SEMPRE L'ECCITAZIONE

Secondo Helen Kaplan, 1976, essite una mera formulazione trifasica del desiderio sessuale:

1. Reazione vasocongestizia  che si manifesta con l'erezione del pene e/o la lubrificazione e dilatazione vaginale;

2. Contrazioni muscolari cloniche  che provocano l'orgasmo maschile e quello femminile;

3. Risoluzione: ritorno allo stato rilassato e privo di eccitazione.

Il desiderio può essere percepito in risposta ad una crescente eccitazione genitale indotta dalle avances e dai preliminari iniziati dal partner ma anche grazie all'autostimolazione. Ecco perchè è molto importante tra i partners adoperarsi per attivare un’adeguata stimolazione: carezze, rapporti orali, sex toys, spogliarelli (molti  sono "timidi" nel proporli ma li adorano).

Non precludere il fatto che l'altr* possa essere icuriosito a "giocare" in maniera consensuale e creativa con te in quanto partner. Perchè non provare ad andare insieme in un Sexy Shop anche virtuale se non ve ne fosse l'occasione nella tua città. Impara a comunicare quello che ti piace e quello che non ti piace e ascolta il partner a riguardo. 

Il sesso non deve essere un sacrificio bensì un momento piacevole da condividere. Parlarne con uno psicologo esperto in sessuologia potrebbe essere un terreno neutro dove afrontare certe tematiche.

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CONOSCERE LA SESSUALITÀ

Conoscere la sessualità, un'espressione fondamentale dell'essere umano, significa poterla vivere più pienamente e serenamente.  Sessualità intesa anche come gioco, relazione, comunicazione, scambio di piacere, momento privilegiato dell'intimità di coppia e individuale.

Il rapporto sessuale (detto anche amplesso o coito) è un'attività fra due o più individui consenzienti, dalla quale si ricava piacere sessuale e dalla quale può insorgere la riproduzione di uno o più nuovi individui (allorquando sia di tipo eterosessuale e vaginale). L’attività sessuale può comprendere: sesso non penetrativo (masturbazione reciproca, tribadismo, frottage, fingering, cunnilingus, anilingus) e/o sesso penetrativo (sesso vaginale, sesso anale, fellatio). Il rapporto sessuale nel mondo animale viene più generalmente definito accoppiamento.

La sessualità e i rapporti sessuali sono considerati elementi sostanziali dell'essere umano poiché, oltre alla riproduzione, coinvolgono gli aspetti ontogenetici dell'essere umano e in modo preponderante, lo sviluppo dell'identità, la formazione e il mantenimento delle sue relazioni nell'ambiente di vita.

L'insieme delle pratiche sessuali umane è molto vasto. La trattazione seguente non è onnicomprensiva. In base all'orientamento dei partecipanti:

Eterosessuale: se l'atto sessuale viene compiuto da un uomo e una donna

Omosessuale: se l'atto sessuale viene compiuto da due uomini o due donne

Bisessuale: se l'individuo compie atti sessuali sia con uomini che con donne In base alle parti del corpo coinvolte

Sesso vaginale: l'inserzione del pene nella vagina, chiamata anche amplesso o coito:

Sesso orale, fellatio, cunnilingus, sessantanove, anilingus, teabagging; Sesso anale: l'inserzione del pene nell'ano, massaggio prostatico, pegging:

Masturbazione o fingering, frottage, footjob, titjob, o spagnola, sesso intercrurale (interfemorale) fra i glutei o scozzese, poplitea (nell'incavo posteriore di un ginocchio piegato), ascellare, tribadismo...

In base al numero dei partecipanti: a due, con più di due persone: sesso di gruppo, noto anche come orgia o gang bang a seconda delle modalità.

Parole che non dovrebbero farci sentire in imbarazzo e tantomeno "sporchi", fanno parte della sfera personale degli esseri umani e parlarne con coscienziosità e in maniera educativa può essere importante per chi si approccia per la prima volta al sesso ma anche per le coppie che molto spesso risentono di una mancanza di eroticità e desiderio dopo anni di vita assieme.

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