21. ott, 2021

PARAGONARSI AGLI ALTRI NON SERVE A NIENTE

Paragonarsi agli altri è un’abitudine che è diventata dilagante ai tempi dei social.

Quelli che hanno un maggior impatto sono i paragoni con persone in qualche modo vicine (amici, parenti, vicini di casa, colleghi di lavoro), specialmente quando il termine di paragone è qualcosa di particolarmente sensibile per noi.

In questi casi, come in molti altri, paragonarsi agli altri fa male perché sposta l’attenzione su qualcosa che è al di fuori di noi, su cui non si ha nessun controllo.

È anche possibile paragonarsi a persone che fanno meglio di noi e sentirsi ispirati a migliorare, o semplicemente sentirsi felici per loro.

Ognuno di noi ha una propria strada da seguire e le varie destinazioni a cui porta, nonché i tempi di arrivo, saranno diversi per ogni singolo individuo.

Prova quindi a farti alcune di queste domande rispondendoti in modo onesto e accogliente:

1. È veramente importante per me? 

Se la tua vicina di casa ha comprato l’auto nuova e tu inizi a sentirti un po’ "sfigato".

Magari la tua vicina non ha altre ambizioni, magari era da una vita che voleva avere quell’auto e ha lavorato sodo per averla.

In ogni caso, pensa alla tua prospettiva, e poi alla sua, e ti renderai conto che molto probabilmente ci sarà una differenza di valori e priorità che rende il confronto ingiusto.

2. Dove voglio andare? 

Chiediti se il matrimonio o il figlio o la promozione o la casa, ad esempio, sono cose che vuoi avere sul serio perché le desideri o perché le hanno gli altri.

Forse ti renderai conto che non le vuoi ancora, che c’è altro da fare prima. Porta l’attenzione alla tua di vita tendando di aumentare la tua consapevolezza.

3. Cosa ho fatto finora? 

Questa è la domanda più importante ma anche la più delicata. Per rispondere bisogna provare a essere obiettivi ma anche pazienti e gentili con sé stessi.

L’unico paragone che ha senso, dunque, è quello con sé stessi, con chi si era ieri, un anno, dieci anni fa.