28. set, 2021
La vigoressia, che nel DSM-5 ricade nella categoria "Disturbo Evitante/Restrittivo dell'assunzione di cibo", secondo Pope, Gruber, Choi, Olivardia e Phillips (1997) è una “preoccupazione cronica di non essere sufficientemente muscolati” (o a volte, specialmente in caso di donne, muscolati e magri). Gli individui affetti da vigoressia sviluppano una marcata dipendenza dall’esercizio fisico (protratto per molte ore al giorno), unita ad un’attenzione eccessiva alla loro dieta che porta ad evitare di consumare certi cibi, ad incrementarne quindi il desiderio e poi a cedervi con abbuffate seguite da senso di colpa. Inoltre, presentano compromissioni in aree importanti del loro funzionamento (sociale, occupazionale, relazionale): i soggetti affetti da tale disturbo possono allenarsi per più di due ore al giorno, talvolta sacrificando importanti impegni sociali e compromettendo la loro salute fisica. Gonfiano i loro fisici, eseguendo con grande concentrazione i loro esercizi. I muscoli rappresenterebbero per loro un mezzo di compensazione per un senso di inadeguatezza circa la propria mascolinità.
L’insoddisfazione nei confronti di se stessi, viene trasferita sul corpo. Gli individui vigoressici vivono un senso di inadeguatezza che li induce ad evitare contatti sociali, a fallire frequentemente nelle relazioni interpersonali. Uno degli aspetti più volte sottolineato è la marcata correlazione esistente, per i soggetti affetti da dismorfia muscolare, tra taglia muscolare e autostima. Sembra che quest’ultima dipenda in modo esclusivo da quanto grossi i soggetti sentono di essere. Questo fenomeno spiegherebbe l’esigenza di richiedere costantemente rassicurazioni agli altri concernenti lo sviluppo ulteriore della loro muscolatura.