22. set, 2021
La temperatura dell'ambiente in cui viviamo influisce sulle prestazioni cognitive e quindi, ad esempio, sulla capacità di prendere decisioni o di trovare soluzioni ad imprevisti. Ecco l'analisi degli psicologi anconetani
Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia (IPSE) di Ancona (2016)
Alcuni di noi nei giorni scorsi sono stati alle prese con neve e ghiaccio. Il freddo, oltre a causare piccoli disagi nella quotidianità, ha anche delle ripercussioni sul cervello umano. La temperatura dell'ambiente in cui viviamo influisce sulle prestazioni cognitive e quindi, ad esempio, sulla capacità di prendere decisioni o di trovare soluzioni ad imprevisti.
Può sembrare assurda l'idea che pensieri e scelte siano influenzate dalla temperatura dell'ambiente in cui ci troviamo, ma ricordiamoci che il nostro cervello è un organo. E, dunque come tutti gli altri organi del corpo, per funzionare ha bisogno di energia. Il glucosio, fonte di energia, viene utilizzato dal cervello per prendere decisioni, formulare pensieri, regolare le risposte emotive e risolvere problemi. Ma questa fonte di energia mentale e fisica, purtroppo non è una risorsa illimitata. E quando questa fondamentale risorsa viene spesa per la regolazione della temperatura del corpo, tutte le altre funzioni ne risentono.
Cerchiamo dunque di capire cosa succede: quando la temperatura esterna è molto alta (estate, paesi caldi) il glucosio permette di raffreddare il nostro corpo evitando colpi di calore, mentre quando la temperatura è eccezionalmente bassa (inverno, climi freddi) il corpo usa l’energia per riscaldarsi, scongiurando l’ipotermia. Questi due processi di correzione della temperatura non hanno lo stesso costo: raffreddare il corpo richiede molta più energia rispetto a quella necessaria per riscaldarlo. Gli studi sembrano confermare l’ipotesi secondo cui il cervello funzionerebbe meglio in inverno, o con temperature basse, poiché all’organismo dopo la regolazione termica rimane maggiore quantità di energia per i processi mentali. Tutta via non è un processo rigido, teniamo a mente che gli esseri umani si adattano facilmente al proprio ambiente, si acclimatano automaticamente alle variazioni della temperatura ambientale e dopo un breve periodo danno prestazioni equivalenti sia nel caldo soffocante estivo che nel freddo gelido invernale. La differenza nelle performance cognitive è facilmente osservabile nei cambiamenti di temperatura improvvisi e repentini, quando si passa dal calore degli uffici, delle abitazioni, dei centri commerciali al freddo dell’ambiente esterno, piuttosto che nei graduali mutamenti stagionali.
Prima di compiere scelte, ideare soluzioni, esprimere pensieri appena usciti dall’uscio di un ambiente caldo ricordiamoci che ogni variazione climatica può avere importanti implicazioni nei nostri processi mentali.