Collaboro dal 2020 con la testata online di Emergency Live, per la quale pubblico articoli correlati alla salute e alla sicurezza in ambito psicologico. Articoli in lingua inglese
Terremoto e perdita di controllo. Il nostro Bel Paese è evidentemente a rischio sismico costante. Protezione Civile e soccorritori lo sanno molto bene
Autrice dell’articolo:dottoressa Letizia Ciabattoni
Il trauma determinato da un terremoto è qualcosa di molto profondo, legato all’identità delle persone, alle certezze di una vita, a una quotidianità che non esiste più, all’incertezza sul futuro; infatti il terremoto è improvviso e inaspettato, travolge la nostra sensazione di controllo, comporta la percezione di una minaccia potenzialmente letale, può determinare perdite emotive o fisiche (Disturbo da Stress Post Traumatico – PTSD, EMDR, Open School – Studi Cognitivi, Open School San Benedetto del Tronto, Psicologia dell’Emergenza, Psicotraumatologia, Trauma – Esperienze Traumatiche, F. Di Francesco, 2018).
Terremoto, come intervenire sulla psiche?
Il Cnr dell’Istituto di fisiologia clinica Ifc-Cnr di Pisa, ha elaborato una mini-guida che esplicita quanto sia necessario agire immediatamente nel caso di un trauma post terremoto, poiché così profondo da essere in grado di scatenare altre malattie (ANSA):
1) Quali sono gli effetti e i rischi psicologici provocati dal terremoto?
Lo stress causato da eventi così terribili è in grado di modificare i livelli ormonali (cortisolo e catecolamine, nelle donne anche gli estrogeni), alterare il sonno e, nel lungo termine, ipertensione, tachicardia e talvoltainfartodel miocardio.
Ma è anche necessario distinguere tra la percezione dello stress degli adulti e dei bambini.
2) Quali emozioni innesca il terremoto nelle popolazioni che lo subiscono?
Ansia, paura e attacchi di panico.
L’ansia è generalmente un’emozione a due facce: da un lato può spingere l’individuo a dare il massimo mediante l’adattamento; dall’altro può limitare l’esistenza dell’individuo rendendolo più vulnerabile.
Alcuni studi hanno dimostrato come, anche in situazioni drammatiche come sopravvivere ad un terremoto, le vittime possano sperimentare emozioni positive, altrettanto intense e persistenti di quelle negative.
Gli studi con la risonanza magnetica sui sopravvissuti in una zona della Cina nel 2008 mostrarono l’alterazione delle funzioni del cervello, predisponendo allo sviluppo della depressione e del Disturbo Post Traumatico da Stress.
3) Che tipo di assistenza psicologica è necessaria?
Serve una prevenzione primaria, in cui si mette l’individuo in condizioni di conoscere le proprie emozioni e saper controllare gli effetti che queste hanno sul comportamento e sulla salute psicologica, attraverso una formazione specifica con l’aiuto di corsi e tecniche da attuarsi ovviamente in periodi precedenti al disastro.
Ma deve seguire una prevenzione secondaria, in cui vengono programmati interventi di sostegno psicologico, successivi al sisma.
4) Cosa accade quando una persona soffre del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)?
In una ricerca condotta negli individui sopravvissuti all’attacco terroristico alle Torri Gemelle e ai terremoti in Molise nel 2002 e dell’Abruzzo nel 2009 che mostra come circa la metà dei soggetti studiati sviluppavano questa patologia. Generalmente, la persona tende a “rivivere” l’evento traumatico, perdendo improvvisamente il contatto con la realtà. Queste reazioni possono manifestarsi per mesi o anni.
5) Quali sono i consigli per affrontare questo disturbo? Sicuramente non bisogna far passare troppo tempo, viene utilizzata la terapia cognitivo-comportamentale, che prevede l’inizio della cura nei primi giorni successivi al trauma.
Il terremoto può essere considerato un vero e proprio evento traumatico, a tal riguardo, Mitchell (1996) afferma che: “Un evento si definisce traumatico quando è improvviso, inaspettato ed è percepito dalla persona come minaccia alla sua sopravvivenza, suscitando un sentimento d’intensa paura, impotenza, perdita del controllo, annichilimento” (Mitchell 1996).
Considerando che non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo, l’ampio ventaglio delle risposte può andare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve lasso di tempo, fino alle reazioni più complesse che potrebbero impedire alle persone di continuare a vivere le proprie vite come facevano prima dell’accaduto.
Le risposte emotive al terremoto
Le ricerche svolte in particolare nel campo delle risposte emotive degli individui che vivono in paesi distrutti da terremoto, mostrano come la paura, terrore, shock, collera, disperazione, ottundimento emozionale, senso di colpa, irritabilità, senso di impotenza, siano le risposte preponderanti al terremoto (Petrone 2002).
Tra i fattori che incidono sulla gravità della risposta emotiva e conseguente stress psicologico e sintomatologia post-traumatica, vi sono decisamente una maggiore esposizione al terremoto, la vicinanza all’epicentro, il livello di coinvolgimento e di controllo, il grado di minaccia percepita, la disgregazione della rete sociale, a una storia pregressa di traumi o problemi emotivi, perdite finanziarie, sesso femminile, un basso livello di istruzione, la mancanza di supporto sociale subito dopo l’evento, nonché il mancato supporto di amici, colleghi e familiari e il trasferimento.
Sono diversi gli studi che suggeriscano che le donne abbiano un maggior rischio di sviluppare il Disturbo da Stress Post Traumatico o altri disturbi, in seguito all’esposizione ad eventi traumatici (Steinglass et al., 1990; Breslau et al., 1997); sembra inoltre che bambini in età scolare siano più vulnerabili, rispetto a quelli più piccoli (Green et al., 1991).
In particolare, il comportamento dei genitori, il loro livello di sofferenza e l’atmosfera familiare influenzano le reazioni post-traumatiche dei bambini (Vila et al., 2001).
Per capire se il terremoto abbia causato o meno una reazione tipica da Disturbo da Stress Post Traumatico devono essere presenti i seguenti sintomi:
L’intervento psicologico dopo una grave emergenza, come il terremoto, è fondamentale
L’obiettivo è quello di aiutare ad elaborare la tragedia, “incanalare” le emozioni, con lo scopo di arrivare lentamente a non viverle più.
Tale intervento psicologico viene effettuata direttamente sul campo da un’équipe di psicologici specializzati negli interventi immediati.
Le due categorie più a rischio sono soprattutto i bambini e gli anziani.
Nel caso dei bambini si continua con la psicoterapia, che viene praticata anche sui genitori e sugli insegnanti, in modo da creare una vera e propria rete attorno al piccolo, per aiutarlo nella guarigione.
Prevenzione e cura
«Dopo un mese dall’evento traumatico si può affrontare una terapia apposita di rielaborazione dei traumi.
Guarire è possibile, ma è molto importante il sostegno di amici e familiari che comprendano e incoraggino la vittima.
In caso di insorgenza di uno o più sintomi del Dpts si consiglia di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale, che prevede l’inizio della cura nei primi giorni successivi al trauma.
In generale, dal punto di vista psicologico, le due categorie più a rischio sono i bambini e gli anziani.
Nel primo caso, la psicoterapia viene praticata anche sui genitori e sugli insegnanti, in modo da creare una vera e propria rete attorno al piccolo, per aiutarlo nella guarigione.
È un lavoro da portare avanti con delicatezza, ma senza perdere tempo.
Ci sono studi che, nei bimbi vittime di traumi importanti, hanno evidenziato il pericolo di un ritardo nello sviluppo fisico e cognitivo, difficile da recuperare se non si interviene subito (dott.ssa Cristina Marzano).
FONTI
https://www.epicentro.iss.it/focus/terremoti/terremoti
https://www.istitutobeck.com/disturbo-post-traumatico-da-stress
© Copyright 2021 - Letizia Ciabattoni - Via Ireneo Affò, 4 - Parma - 43121 - P. IVA: 02968210340 - letizia.ciabattoni@gmail.com +39 3487411648 -